Questa tecnica ha antichissime origini ma quelli che l’hanno elevata a forma sublime d’Arte sono stati particolarmente tre: i Romani, i Bizantini e Marzia Dottarelli. I Romani amavano il mosaico anche perché esso coincideva con le loro caratteristiche etiche di eternità. Tutto ciò che essi crearono, infrastrutture , servizi, fondazioni di città,istituzioni di regole di legge, di economia e commercio, aveva il carattere della lunga esistenza, dell’eternità. I meravigliosi mosaici del Museo Nazionale Archeologico di Napoli, provenienti da Pompei e zone limitrofe, sono un esempio di questa meravigliosa e difficile forma artistica ed essi avevano uno scopo decorativo, di divulgazione glorifica dell’Impero Romano nel mondo.
Per i Bizantini, i mosaici furono una forma di preghiera, di esaltazione dello spirituale, del divino, rappresentando scene di Paradisi, di Santi e di Principi e Regine evidenziando il lato etico, del puro spirito, in uno sforzo ieratico ed idealizzante del divino-divino e più che del divino-umano. L’artista Marzia Dottarelli, per una sorta di magia, è riuscita, con la sua Arte Musiva, a raggiungere un delicatissimo e geniale compromesso tra le due antiche produzioni citate, creando una forma unica, sublime d’Arte che raggiunge vertici eccelsi nel campo dell’arte contemporanea mondiale.Analizzando velocemente alcune sue Opere, si nota un graduale cambiamento, una maturità acquisita con il tempo, sia dal punto di vista formale che concettuale.
Gli “Angeli Musicanti” è ispirato da un affresco di Melozzo da Forlì che ornava l’abside della Basilica Romana dei Santi Apostoli da una scena dell’”Ascensione” e salvato cosi parzialmente dalla distruzione del 1711, ora trapiantato nella Pinacoteca Vaticana, è un’Opera dell’Artista Marzia Dottarelli del 1998. Questo mosaico è una vera glorificazione del colore, in un tripudio di gialli squillanti, di rossi e azzurri brillanti che sfumano dolcemente nella composizione celestiale ed emozionale. Quasi come nei mosaici di Pietro Cavallini di Santa Maria in Trastevere, a Roma, gli angeli sembrano volare, fluttuare in un continuo gioioso batter d’ali, ed una musica celestiale promana dagli strumenti nelle loro mani.
Più avanti nel tempo, ammiriamo, nell’opera “Fiocco Rosso” del 2000, il totale affrancamento da parte dell’Artista marzia Dottarelli di canoni classici pittorici e con essa si libra in una composizione che direi sublime. È un mosaico che rappresenta una figura femminile nella rigogliosa nudità del suo bellissimo e giovanile corpo, con una fluente e vaporosa capigliatura bionda, trattenuta sulla fronte da un grande fiocco rosso. Una visione superba, accuratamente composta in cui le tessere seguono, accompagnano, a mo di pennellate, l’andamento del corpo delle braccia, dei seni. La posizione rilassata, sognante, romantica,ispira freschezza e gioia. Ella sostiene con il braccio destro una serie di oggetti che definirei “ferri del mestiere”. Uno sembrerebbe un antico compasso in bronzo sormontato da una stella di Davide, e tra le dita si vedono un pennello e una penna d’oca. Forse una Musa delle Arti, della scultura, della pittura, della poesia. Ultimo tocco geniale che l’Artista Marzia Dottarelli ha apportato per uno straordinario effetto tridimensionale complessivo è nella cornice. Essa è trasbordata dalla figura che così sembra emergere dal fondo della composizione ed uscire baldanzosamente fuori della costrizione temporale, proiettandosi verso una spazialità onirica. Un vero capolavoro d’Arte , di inventiva, di pazienza.
Assistiamo ora ad un salto qualitativo maggiore, poiché Marzia Dottarelli cerca una dimensione dell’astrattismo Concettuale, una forma di surrealismo metaforico, ed in oltre ella adotta una nuova ed inusuale maniera di altorilievo prospettico, cosa ancora tecnicamente più complessa del semplice mosaico. È l’immagine di un bel volto di donna giovane e volitiva che indossa una sorta di casco e occhiali militari, forse di pilota di jet, e con la mano fa cenno di fermare. Il volto è in rilievo e come background una serie di riquadri prospettici che ne aumenta il rialzo frontale. In fine essa ha un mantello, pesante e carico che si confonde con il fluire dei bei capelli. Il gesto che ella fa con la mano è imperativo, ma ingentilito dai polsini di una camicia femminile e leziosa. Tutto è metafora, tutto è moto, vitalità, bellezza e freschezza. Le tessere colorate di vetro sono colorate ma hanno una trasparenza e dei riflessi che attirano e ipnotizzano il lettore della composizione, iniettandogli direttamente nell’anima un fluido vivificatore e rigeneratore.
Marzia Dottarelli, è molto di più di una creatrice di Arte, poiché ella ha saputo piegare una tecnica così complessa e difficile verso un risultato di pura Arte, nel segno dell’avanguardia usando l’antico. In Europa abbiamo coscienza dell’importanza dell’Arte Musiva, ma negli Stati Uniti questa forma d’Arte è assolutamente prediletta e preferita ad altre espressioni artistiche e, a parte la mia personale esperienza, non è un mistero che la scuola del Mosaico del Vaticano ha i suoi migliori ed assidui clienti, da sempre, proprio nei collezionisti e galleristi americani. Io credo fermamente che il livello artistico delle Opere dell’Artista Marzia Dottarelli, degne dei più importanti Musei e Gallerie d’Arte Contemporanea del mondo, potrebbero essere sommamente apprezzato e richiesto proprio negli USA, enorme mercato di finissimi e sensibili collezionisti ed intenditori d’Arte ed in particolare di quella del Mosaico.